C’è il lusso. E poi c’è il lusso italiano. Non due sfaccettature della stessa realtà ma due realtà totalmente diverse.
Il primo è ostentazione, esagerazione, financo improvvisazione laddove il secondo è raffinatezza, buongusto, qualità. Ed è sempre il prodotto di un percorso di tradizione e storicità.
Nel mondo ci sono tanti alberghi di lusso: faraonici, con budget spropositati, immensi. Possono stupire ma raramente creano empatia. Gli alberghi italiani sono invece raffinati, eleganti e creano un profondo legame con l’ospite. Ecco perché sono tra i più rinomati al mondo e universalmente conosciuti anche se si trovano nei luoghi più improbabili.
Al San Pietro il lusso è quella tradizione di famiglia che si lega all’idea di casa
Quando pensiamo ad una nuova camera, progettiamo la nuova barca o scegliamo il tovagliato della colazione non ci preoccupiamo di stupire. Semplicemente pensiamo, progettiamo o scegliamo come se lo stessimo facendo per noi. Questo spiega perché casa mia ha tanti richiami con il San Pietro e viceversa.
Non pensiamo al lusso: sono gli ospiti che lo percepiscono. E quando mi chiedono che cosa rende Il San Pietro così speciale, rispondo: è il lusso di sentirsi a casa! Una risposta tanto semplice quanto autentica.
Owner e General Manager de Il San Pietro di Positano. Il San Pietro aprì agli ospiti il 29 giugno 1970 grazie a mio zio Carlo Cinque. L’hotel è un vero e proprio gioiello dell’ospitalità italiana nato per esprimere l’amore per la nostra Positano ai viaggiatori.Il San Pietro è stato costruito sul promontorio che mio zio Carlo aveva amato fin da quando era bambino e da cui si gode la migliore vista del borgo e della costa. Originariamente, qui c’erano soltanto rocce, querce e i resti di una piccola casa. Oggi il San Pietro di Positano è gestito da me e da mio fratello Carlo, con nostra madre Virginia: sotto la nostra gestione il San Pietro ha continuato ad evolversi con nuovi servizi e lavori di ristrutturazione effettuati annualmente, con numerosi premi ed il raggiungimento della Stella Michelin per il nostro ristorante Zess.
1 comment
Thomas Rihm
Bellissimo articolo e che posto mozzafiato!