Accolgo, con amore

Il Galateo e la Gentilezza

Quando ho conosciuto l’Accademia Italiana Galateo mi trovavo in un momento di cambiamento, personale e professionale. Sono fortemente convinta che nulla accada per caso e sicuramente, l’incontro con questa realtà ne è stata la prova tangibile. Con la mia impostazione particolarmente rigida, amante delle regole precise, delineate e codificate, tipico di chi esce dalla facoltà di Giurisprudenza, mi ero accostata al galateo interpretandolo esattamente in quella chiave di lettura.

Con il nostro Presidente, Samuele Briatore!

Ben presto dovetti ricredermi. Ricordo perfettamente il primo incontro con il Presidente, dott. Samuele Briatore. Credo di non aver mai conosciuto nessuno in grado di mettermi a mio agio, al primo incontro, con la stessa naturalezza e gentilezza. Capii che desideravo fare altrettanto. Volevo che le persone con cui mi sarei relazionata, da quel momento in avanti, nella vita sociale, lavorativa e famigliare, potessero vivere la stessa identica sensazione che avevo appena vissuto io. Quella sensazione aveva un nome: Accoglienza.

Quell’ Accoglienza priva di giudizio, pregiudizio e superficialità ma piuttosto volta all’ Ascolto, alla comprensione di chi si trova di fronte a noi.

Il concetto di Accoglienza ricopre indubbiamente un ruolo centrale in Accademia. Le buone maniere racchiudono una serie di consigli per riservare maggior attenzione al prossimo, per far sì che un istinto egocentrico e individualista non prenda il sopravvento sul vivere con cortesia i rapporti umani. Le buone maniere ci portano all’accoglienza verso il prossimo e ad avere massimo rispetto per l’ambiente, per la sensibilità altrui e per tutte le professioni lavorative. Fare attenzione a non ferire o non invadere qualcuno con il nostro atteggiamento vuol dire essere educati oggi. Molte delle mie certezze legate alle buone maniere e al galateo si sgretolarono completamente. Possedevo anche io quella concezione di buone maniere intese come qualcosa di desueto, dal sapore un po’ antico utilizzate come mezzo di distinzione. 

Il nostro simbolo, la nostra identità.

Imparai che il Galateo è più attuale che mai e che è molto lontano da questa interpretazione. Il Galateo è molto più legato a concetti quali gentilezza ed empatia di quanto si possa immaginare. Pensiamo per un istante alla storia di messer Galateo, che ritroviamo nelle prime pagine dello storico testo di Monsignor della Casa. Analizzando queste poche righe, ci risulterà molto più facile intuire il vero significato della parola stessa Galateo e del vero motivo per cui spesso la si utilizza come sinonimo di Buone Maniere. 

Voglio riportare un piccolo estratto del libro “Le regole delle buone maniere” di Samuele Briatore, Presidente dell’Accademia Italiana Galateo

“A Verona vi era un vescovo a cui spesso andavano a far visita molti nobili italiani; un giorno passò un giovane cavaliere contraddistinto da «bellissime maniere». Il cavaliere fu da subito molto apprezzato per i suoi modi.Il vescovo notò, però, qualcosa che stonava con quei comportamenti e si ripropose di far giungere al cavaliere le sue impressioni. Il vescovo si rivolse quindi a messer Galateo, chiedendogli di riportare le osservazioni al giovane trovando un modo cortese per non infastidirlo. Galateo, cavalcando con il giovane, instaurò un buon grado di confidenza attraverso la conversazione e, nel momento del commiato, gli si avvicinò dolcemente, porgendogli i ringraziamenti del vescovo per la visita e per l’onore che gli aveva fatto con la sua presenza.  «Come riconoscimento» aggiunse «il vescovo vuole farle un dono che dovrà essere accettato con animo lieto. Essere il più leggiadro e il più gentil giovane venuto da vescovo, i suoi comportamenti sono stati molto piacevoli e commendabili, solo un piccolo atteggiamento è difforme della sua figura». Il punto era questo: mentre mangiava, il giovane produceva uno spiacevole strepitio con le labbra e con la bocca, ma non si rendeva conto del difetto. Quando messer Galateo fece l’appunto, il cavaliere chiese di ringraziare il vescovo, dicendo che se tutti i doni fossero come quello appena ricevuto le persone sarebbero molto più arricchite”. 

Da questo racconto si evince come Galateo fosse un perfetto uomo cortese, indubbiamente provvisto di quelle che vengono definite le “belle maniere”, aspetto grazioso e modi gentili ma ancor più importante era un uomo sapiente, capace di comunicare con grande arte e di creare legami empatici attraverso la conversazione e modi amabili. 

Galateo & Buone Maniere

Non è quindi un caso che al giorno d’oggi Galateo sia a tutti gli effetti un sinonimo utilizzato per definire l’insieme delle belle e buone maniere. 

Ebbene si, le belle maniere si distinguono dalle buone maniere ma le une dovrebbero sempre accompagnarsi alle altre. Le prime indubbiamente si legano maggiormente alla concezione estetica delle maniere, le seconde si prefiggono di andare più in profondità arrivando dritte alla gentilezza e bontà d’animo. 

Al giorno d’oggi si è molto concentrati su quelle che sono le belle maniere, intese da una prospettiva meramente estetica.

In realtà le buone maniere vanno a toccare una sfera molto più profonda del nostro essere. Nella nostra formazione cerchiamo di unire entrambi i concetti poiché è come se percorressero due binari paralleli e dovrebbero essere coltivate allo stesso modo. L’una non esclude per forza l’altra. Abbiniamo lezioni molto tecniche che insegnando come apparecchiare una tavola formale in maniera impeccabile ma il punto di forza sono sicuramente le buone maniere. Che senso avrebbe apparecchiare in modo perfetto una tavola, disponendo su di essa tutti gli oggetti con il massimo rigore se poi non siamo in grado di mettere a proprio agio i nostri ospiti, accoglierli e rendere piacevole ed inclusiva la conversazione? 

In uno dei nostri Salotti a raccontare il Galateo.

Le buone maniere non sono l’insieme delle regole di un codice, ma il vocabolario dei modi di comunicare di una determinata cultura in un determinato tempo, sono quindi a tutti gli effetti uno strumento operativo. 

Spesso ci viene detto che le buone maniere ed il galateo in un certo senso ingessino le persone e le relazioni rendendole meno autentiche e più impostate. Ma proviamo ad equiparare per un momento le regole delle buone maniere ad una grammatica. Quando ci relazioniamo con persone che parlano una lingua diversa dalla nostra, il fatto di non conoscere le regole grammaticali e i termini di quella lingua ci impediscono di esprimerci nel modo corretto e creano difficoltà nella comprensione di ciò che stiamo comunicando. Se invece conosciamo le regole grammaticali la nostra comunicazione sarà più fluida e di conseguenza più efficace. Le regole del galateo seguono la stessa identica logica rendendo molto più semplice ed immediato l’adeguamento ad ogni tipo di contesto con cui ci interfacciamo. 

Con il libro “Le Regole delle Buone Maniere” di Samuele Briatore

Perché questo avvenga però è necessario che queste regole non vengano imparate in modo sterile ma che ne venga compreso il significato.

Ricordiamoci che ogni regola ha sempre dietro una ragione storica o una ragione logica, talvolta entrambe. Perché queste possano essere applicate con naturalezza è necessario conoscerne le ragioni. Conoscere le buone maniere vuol dire conoscere la storia dei propri comportamenti, conoscere sé stessi e dedicare maggiore attenzione alle altre persone. 

Senza cortesia interiore, senza buona cultura, senza ascolto, senza modestia, senza attenzione e soprattutto senza Gentilezza non possono esistere le buone maniere. 

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