Negli ambienti di lavoro contemporanei, caratterizzati da lavori ibridi, carenza di talenti e una politica polarizzante, costruire una cultura aziendale è più difficile che mai. Tuttavia, recenti ricerche rivelano la differenza che può fare l’empatia e come svilupparla sul luogo di lavoro.
Empatia: un concetto cui tutti aspiriamo, ma che realmente fa la differenza sul lavoro? Assolutamente sì, secondo Jamil Zaki, psicologo della ricerca presso la Stanford University e autore di “The War for Kindness: Building Empathy in a Fractured World“. In un episodio di McKinsey Talks Talent, Jamil si unisce a Bryan Hancock e Brooke Weddle, leader del talento di McKinsey, insieme alla direttrice editoriale globale Lucia Rahilly, per difendere l’investimento nel comportamento empatico e discutere su come coltivare la gentilezza sul luogo di lavoro.
L’Importanza dell’Empatia sul Lavoro
Lucia Rahilly inizia chiedendo a Jamil Zaki di definire l’empatia. Zaki spiega che l’empatia non è un concetto unico, ma comprende almeno tre modi diversi di connettersi con le emozioni degli altri: l’empatia emotiva o contagio emotivo, l’empatia cognitiva e la compassione empatica. Questi tre elementi insieme compongono la gamma completa dell’empatia umana.Ma qual è il legame tra empatia e gentilezza? Zaki distingue tra empatia come esperienza e gentilezza come comportamento. Mentre l’empatia ci spinge verso la gentilezza, ci sono molte ragioni per agire gentilmente, alcune delle quali non necessariamente legate all’empatia.
L’Empatia: Una Superpotenza sul Lavoro
Zaki sottolinea che l‘empatia è una superpotenza sul lavoro. I dipendenti che percepiscono che le loro organizzazioni, e soprattutto i loro manager, sono empatici tendono a chiamare malati con malattie correlate allo stress meno spesso. Riportano un minor burnout, una migliore salute mentale e morale e una maggiore intenzione di rimanere nelle loro organizzazioni. Inoltre, le persone che si sentono empatiche tendono ad innovare di più e ad assumere rischi creativi. Però, Zaki sottolinea che molti leader considerano l’empatia troppo morbida per l’ambiente lavorativo. Al contrario, l’empatia è cruciale per la produttività, la cultura aziendale e la salute organizzativa.
I manager dovrebbero trascorrere più tempo a connettersi con le persone e sottolinea che l’empatia è una competenza che può essere sviluppata.
Declino dell’Empatia?
La conversazione passa al declino dell’empatia. Zaki spiega che, mentre siamo più visibili l’uno all’altro che mai grazie ai social media, c’è evidenza che l’empatia sia in declino, specialmente tra i giovani. Le cause esatte di questo declino non sono chiare, ma ci sono tendenze che sembrano allontanarci invece di unirci. Hancock chiede come misuriamo l’empatia. Zaki spiega che il declino dell’empatia è auto-riferito, ma che ci sono anche misure comportamentali e biologiche. Tuttavia, è importante notare che l’empatia varia a seconda del contesto culturale.
Crea una Cultura di Empatia
La discussione si concentra quindi su come normalizzare il comportamento empatico sul posto di lavoro. Zaki suggerisce che l’empatia può essere coltivata attraverso la pratica abituale e il riconoscimento del comportamento empatico. Inoltre, sottolinea l’importanza di ridisegnare le ricompense e le conversazioni per enfatizzare comportamenti empatici.
Dobbiamo ridurre il carico di lavoro dei manager o automatizzare compiti non umani per consentire loro di concentrarsi sulla mentorship.
L’Empatia al Centro della Gestione delle Prestazioni
La conversazione passa quindi alla gestione delle prestazioni e al ruolo dell’empatia in questo contesto. Zaki menziona l'”Effetto Chris Paul“, in cui l’aggiunta di Chris Paul a una squadra di basket ha portato a una migliore performance complessiva. Questo concetto potrebbe essere applicato anche alla valutazione delle prestazioni in ambito lavorativo. Infine, Zaki condivide esempi di aziende che hanno trasformato la loro cultura attraverso la promozione dell’empatia. Ad esempio, una grande azienda ha riformato le sue pratiche di valutazione delle prestazioni e ha implementato sondaggi regolari per raccogliere feedback dai dipendenti. In conclusione, la costruzione di una cultura aziendale empatica è essenziale per il successo organizzativo. Gli sforzi per coltivare l’empatia dovrebbero essere integrati nelle pratiche quotidiane e incentivati attraverso ricompense e riconoscimenti.
Made in Down Town Domodossola, poi in giro per il mondo da sempre. Faccio il Direttore d’Hotel da qualche anno, ma ho fatto anche cose buone, tipo sposare Alessandra e con lei generare Alice e Alberto. Tifo Juve, adoro Frank Zappa e il blog di Mario Seminerio, il British Humour e i sentori del Whisky giapponese. Se pur logorroico, adoro scrivere ed ascoltare. Anche perché la dote fondamentale di un buon Manager è essere un buon ascoltatore, perché un lavoro come il nostro si arricchisce solo con l’esperienza. Bisogna prestare attenzione ai suggerimenti dei clienti, sia interni che esterni, per poter anticipare i loro desideri. Essere, insomma, anche un po’ psicologo, oltre che leader.
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