Accolgo, con amore

Un Leader Gentile è per sempre

Il nostro potenziale ha sicuramente delle caratteristiche congenite e poi diventa oggetto di lavoro e di sviluppo lungo tutta la nostra vita 

Con Patrizio Cipollini, il mio Mentore.

Lo sviluppo del nostro potenziale dipende dal contesto in cui operiamo sia nella vita privata sia in quella professionale. Può anche dipendere dalle circostanze, dalle risorse che abbiamo a disposizione ma può dipendere addirittura dalle persone che incrociano il nostro cammino e che ci aiutano a consapevolizzare sulle nostre reali capacità e magari ci influenzano o ci orientano verso determinate scelte.

Il mio potenziale si è potuto esprimere e ampliare grazie ad un leader gentile e tutto quello che sono oggi, lo devo a lui

Sono entrata in Four Seasons Hotel Milano durante il pre-opening nel 1993. Avevo 19 anni. Dopo un lungo stage in tutti i reparti , sono stata assunta in centralino di notte. Uno stanzino di 20 mq posizionato nei seminterrati dell’hotel, senza finestre nè luce naturale, isolato da tutto quello che brillava nella vibrante hall di un albergo tra i più prestigiosi della città. Da li, in quella posizione un po’ angusta che non regalava molta visibilità, sono stata inaspettatamente notata dall’Hotel Manager, il Signor Patrizio Cipollini: un’anima sensibile e visionaria diventata poi il mio unico vero mentore, capace di ispirarmi per tutta la vita.

Il vero Leader è colei o colui che ti legge continuamente e ti dà feedback. Una persona che ti legge nella testa e nel cuore e poi ti aiuta a tracciare la tua strada.

Mi fece così uno scherzo per provare le mie soft skills e la mia capacità di reazione. Mi chiamò da una camera di un arabo che aveva un nome lunghissimo e impronunciabile. Fingendosi cliente, mi trattenne al telefono per una quarantina di minuti, ponendomi una lunga serie di domande pertinenti e non, sul menu Room Service e sulla storia del nostro albergo.

Il giorno dopo mi convocò nel suo ufficio per un colloquio informale e, proprio lì, mi disse una cosa che che ha registrato e tracciato indissolubilmente il mio percorso, il mio destino.

“ Tu hai la passione nel cuore e sei riuscita a farla uscire con il solo aiuto della tua voce.“

Mi disse queste parole con l’emozione di un bambino che riceve il suo regalo preferito a Natale. I suoi occhi brillavano e tutto in lui rifletteva un senso gratitudine e di toccante gentilezza. Mi fece poi parlare dei miei sogni, delle mie aspirazioni. E dopo trent’anni, l’eco delle sue parole torna inesorabilmente a me ogni volta che affronto una nuova sfida. “ Sei giovane Eleonora, devi continuare a crederci.. ma per arrivare dove vuoi tu, devi fare un percorso”: insomma, una di quelle frasi che in tanti oggi dovrebbero saper rivolgere alle generazioni più giovani.

Mi disse che voleva puntare sul mio “potenziale”. Una parola che mi ha poi ripetuto spesso negli anni ogni volta che facevamo formazione insieme. Perchè chi lo ha conosciuto lo sa bene: Patrizio non era solo un eccellente Manager capace di integrare con sagacia le competenze dei suoi collaboratori.. era soprattutto un incredibile Leader a cui nessuno riusciva a dire di no.

Oltre a saper trasmettere entusiasmo, grinta e passione guidando gli altri verso gli obiettivi in cui credeva, Patrizio era capace di vedere il potenziale latente in ogni persona e non si dava pace fino a quando non aveva messo a disposizione qualsiasi risorsa in suo possesso per liberare quel potenziale. Così fece con me e con tantissimi altri che hanno avuto la fortuna di incrociare il suo cammino.

Mi prese la mano e mi condusse verso quel percorso, costruito su tanti piccoli obiettivi che nel tempo divennero sempre piu’ grandi e sfidanti. Dieci anni intensi di formazione a suo fianco nel Food & Beverage e nell’ufficio manifestazioni organizzando settimane enogastronomiche in tutto il mondo ed eventi esclusivi nel mercato del lusso. Quando riceveva i clienti, mi portava sempre con lui. Rimanevo incantata dal modo in cui riusciva con la sua sensibilità e gentilezza a mettere a proprio agio qualsiasi personalità.

 I timidi diventavano audaci, gli esuberanti trovavano un equilibrio, gli arroganti si arrendevano davanti a tanta umiltà e nobiltà d’animo.

Se spiegava il food cost  o si cimentava in un forecast o faceva pubbliche relazioni ad una cena di gala esclusiva con personaggi illustri.. era sempre lo stesso, e lui mi emozionava sempre. Era l’esempio vivente dell’empatia, quella vera, quella che senti quando ti entrano nel cuore e te lo scuotono, con gentilezza. In momenti di sana consapevolezza, mi scoraggiavo davanti al suo immenso sapere.. le sue competenze e conoscenze a livello enogastronomico non conoscevano paragoni. Come avrei potuto eccellere nella vendita come lui?

Mi diceva  “tu fai parlare prima il tuo cuore.. il resto lo impari”

Il cuore lui ce lo metteva sempre: quando parlava colorando ogni parola con il suo inconfondibile tono di voce capace di esprimere comprensione e apertura, quando ascoltava e taceva ma ogni lineamento nel suo viso e postura del suo corpo  evocavano autenticità e trasparenza. Non riuscivi a  rimanerci male neanche quando ti rimproverava, perché pur essendo ipercritico trovava sempre il modo giusto per spiegarti le cose e soprattutto farti capire come non sbagliare più. Anzi: come sbagliare meno! Perchè l’errore era parte comprensibile e profondamente tollerata del nostro percorso. Perchè sugli errori si costruiva il futuro.

Una preziosa eredità di un leader gentile che rimane per sempre.. oltre al tempo, oltre la vita

Dopo 10 anni insieme a Milano, Patrizio si trasferì per diventare il grande General Manager del Four Seasons Hotel Firenze e anche li si distinse in modo eccelso per le sue inequivocabili doti che non passavano inosservate. Successi, riconoscimenti, innumerevoli soddisfazioni, fino al palco Virtuoso a Las Vegas, dove ottenne l’Award piu’ ambito: “ The Best Hotelier of the World”. Anche a distanza, era sempre presente per tutti i collaboratori e clienti di Milano, dei quali cui in gran parte, ne ha influenzato il cammino e in molti casi un destino. Insomma, “un viaggio di un uomo che ha saputo essere straordinario nella sua normalità”come scrive Giuseppe Calabrese, nel libro “L’arte dell’accoglienza “ pubblicato dopo la triste scomparsa di Patrizio e di cui i fondi raccolti sono destinati alla Fondazione Cipollini.

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