Hospitality is Colour

Le soft skills entrano a scuola

Tre anni fa, alla Scuola Alberghiera di Montecatini Terme, è successo qualcosa di importante. Un’idea che sembrava ancora prematura per il sistema scolastico italiano ha preso forma: portare per la prima volta in una scuola alberghiera un corso interamente dedicato alle soft skills. Relazioni, empatia, comunicazione efficace, consapevolezza, ascolto. E nel 2021, proprio lì, nel pieno della pandemia, in remoto, quando parlare di umanità sembrava difficile, qualcosa prese forma. Da uno schermo, da una classe vuota ma connessa, è nato un seme che continua a dare frutti. Quel seme si chiama Lusso Gentile.

E tutto è stato possibile grazie all’ascolto e al coraggio di due figure centrali per la scuola: Federica Mostardi, coordinatrice dell’Istituto, e Antonio Antonino, professore di Cucina e voce educativa sul campo. A loro abbiamo fatto qualche domanda per riflettere su cosa abbia significato introdurre questo percorso e quali benefici abbia portato.

Intervista a Federica Mostardi

Perché ha scelto di sostenere un corso interamente dedicato alle soft skills in una scuola alberghiera?

Partirei con il dire che oggi sarebbe impossibile pensare di preparare i nostri studenti a entrare in un mondo del lavoro sempre più centrato sulle relazioni, l’empatia e la comunicazione efficace, senza sostenere un corso specifico dedicato alle soft skills.

Soprattutto nel settore dell’ospitalità, dove il contatto umano è quotidiano e spesso determinante per la qualità dell’esperienza del cliente, le competenze tecniche – pur essenziali – non bastano da sole. A questo principio generale aggiungerei alcune riflessioni collegabili al perché della scelta di sostenere questa tipologia di percorso formativo e, in particolare, il che è fuor di dubbio che Il cliente moderno è cerca emozioni, non solo servizio, che un piatto perfetto o un cocktail ben realizzati possono essere annullati da un atteggiamento o da una comunicazione inadeguata. E ancora: la capacità di ascoltare, comprendere e rispondere con professionalità ed empatia è ciò che fidelizza il cliente, al fatto che Il lavoro in team è senz’altro qualcosa su cui investire. Le soft skills come la collaborazione, la gestione dei conflitti, la leadership e l’adattabilità sono decisive per il successo.

Quale valore vede, oggi, nella formazione umana accanto a quella tecnica?

Ritengo che sia necessario, oggi più che mai, lavorare sulla formazione degli aspetti che rendono il lavoro “umano”. È necessario favorire il principio che l’automazione non può e non deve sostituire o replicare aspetti unici quali un sorriso, il lusso della gentilezza autentica. Accompagnare la formazione delle competenze tecniche con la crescita della persona è un valore che può generare e rappresentare al meglio. Oggi più che mai, la formazione umana è ciò che rende “umano” il lavoro. L’automazione può sostituire alcune competenze operative, ma non può replicare il calore di un sorriso, l’intuizione di chi capisce un bisogno non espresso, la gentilezza autentica. Accompagnare la formazione tecnica con una crescita personale che derivi da queste azioni specifiche, significa formare professionisti completi, in grado di rappresentare al meglio i valori dell’ospitalità. In sintesi, un investimento strategico per il futuro lavorativo e personale degli studenti nell’intento di aiutare a creare persone che non solo sanno fare, ma sanno essere.”

Intervista a Antonio Antonino

Che tipo di cambiamento ha osservato nei ragazzi durante il percorso?

Ho avuto la possibilità di seguire personalmente alcune delle lezioni programmate all’interno del progetto didattico dedicato alle soft skill ed in queste, ho potuto osservare con piacere, atteggiamenti non sempre visibili nell’ordinario negli studenti. Fra i tanti osservati citerò quelli che a mio parere, se coltivati adeguatamente, contribuiranno significativamente allo sviluppo culturale e personale di ognuno di loro e conseguentemente alla loro formazione e crescita professionale. Ho notato che l’ascolto da parte dei ragazzi era molto attivo e che, grazie anche all’ottima impostazione di gestione proposta dall’esperta/o, nel dibattito, ragazzi e ragazze si sforzavano di comunicare bene e con rispetto. Sono certo che questo tipo di esperienza permetterà di consolidare l’idea dell’importanza che possono avere elementi fondamentali per la crescita professionale quali sono: la comunicazione, la gestione dei conflitti, la consapevolezza e la fiducia del sé e dei propri punti di forza e debolezza, la capacità di lavorare in gruppo, e che questi continuino ad essere caposaldi della programmazione didattica.

E cosa significa, secondo lei, insegnare oggi le soft skills a scuola?

Credo fermamente che il miglior modo per insegnare oggi le soft skills a scuola, sia quello di integrare le stesse nella programmazione didattica.

In pratica, provare a tutti i costi di raggiungere gli obiettivi didattici in un clima in cui ci si sforza di dare valore alle relazioni oltre che alle prestazioni. Aiutare gli studenti a lavorare su atteggiamenti e comportamenti che fanno la differenza sul lavoro e nella vita, progettare e offrire strumenti per allenarsi nella gestione della complessità di gestione e relazione, prepararli non solo al “saper fare”, ma al saper stare con gli altri nel rispetto. In un mondo sempre più automatizzato e in cui la tecnica è già “padrona”, le soft skills sono a mio pare ciò che può fare la differenza, ciò che può rende un professionista insostituibile. Anche per questa ragione, occuparsene diventa un atto di responsabilità educativa e sociale. Tra le atre, nel settore dell’ospitalità, il “successo” non è mai dipeso solo dalle competenze tecniche, ma anche dalla qualità delle relazioni umane. Chi lavora in sala, cucina o reception non può pensare di offrire solo un servizio: accoglie, ascolta, comunica, lavora in squadra, gestisce situazioni difficili con calma e rispetto. Tutto questo si impara con una formazione mirata. Insegnare le soft skills a scuola significa preparare studenti a diventare professionisti capaci, maturi, pronti al mondo del lavoro reale. La tecnica può essere imparata in tempi brevi, ma la formazione umana richiede tempo, riflessione e pratica costante. Per questo, un corso dedicato non può che essere ben visto…”

Ringraziamo Federica e Antonio per la loro visione, il loro coraggio e la loro fiducia. Con loro è cominciato tutto. E con loro, oggi, continuiamo a seminare il futuro.

Condividi con i tuoi amici l'articolo di Lusso gentile

No comments

You can be the first one to leave a comment.

Post a Comment

Email
Iscriviti alla nostra newsletter e mensilmente (gentilmente) ti aggiorneremo sulle ultime novità!
Loading ...