Ci sono luoghi che si raccontano da soli: un profumo nell’aria, una luce sul volto, una parola detta con l’accento di casa. E poi ci sono luoghi che devono essere raccontati, con cura, con rispetto, con consapevolezza.
Perché il turismo non è solo un passaggio, è un incontro. E l’hotel – più di ogni altro spazio – può diventare il punto esatto in cui un ospite entra davvero in contatto con un territorio. Non solo attraverso ciò che vede, ma attraverso ciò che sente.
Un hotel può accogliere o semplicemente ospitare. Può vendere camere oppure restituire identità. E in questo passaggio sottile, che separa la funzione dall’anima, si gioca gran parte del senso profondo dell’ospitalità contemporanea.
Abbiamo chiesto a Sara Magro, una delle voci più autorevoli e sensibili del giornalismo di viaggio e dell’hotellerie di lusso internazionale, di raccontarci cosa significa davvero essere parte di un territorio. E come un hotel possa, oggi, restituirgli qualcosa di autentico e prezioso.

Quando una voce può dirsi davvero parte del territorio?
È un momento d’oro per l’hotellerie, specialmente quella di alto livello. Gli alberghi sono sotto i riflettori del turismo e dei viaggiatori. Ed è un’occasione preziosa per trasmettere la ricchezza e i valori dei territori in cui si trovano.
Quando entri in un hotel devi capire subito che sei in Liguria, in Puglia o in Veneto e, in ogni caso, che sei in Italia. Tradotto in pratica: durante il soggiorno, un ospite dovrebbe poter assaggiare i prodotti e i piatti della cucina locale, trovare l’atmosfera di una destinazione, il suo artigianato e persone capaci di guidarlo alla scoperta del territorio.
Obiettivi che si raggiungono per esempio impiegando persone che conoscono il posto, che lo amano e che lo sanno raccontare. E poi piccoli dettagli: per esempio salutare in italiano, insegnare qualche nostro vezzo. Proprio recentemente mi è capitato di assistere a una scena molto carina in uno degli hotel più belli della Costiera Amalfitana, con più del 90% di ospiti stranieri: il caposala, prima di ritirare i piatti dal tavolo ha spiegato che in Italia si fa “the scarpetta, the most important thing” e ha mostrato loro come raccogliere con un pezzo di pane il sughetto rimasto sul fondo. Gli ospiti si sono divertiti e probabilmente racconteranno della scarpetta quando tornano a casa. A volte bastano anche piccolissimi gesti, anche dire a tutti buongiorno invece di good morning.

In che modo un hotel può restituire qualcosa di valore al territorio che lo ospita?
Se un hotel è ben integrato nel tessuto sociale e culturale del luogo in cui si trova, succede automaticamente. Innanzitutto può creare opportunità di lavoro, e creare indotto servendosi di fornitori e maestranze locali. Può diventare ambassador del suo territorio quando partecipa alle fiere internazionali e può farsi promotore di iniziative importanti per proteggere le tradizioni, la biodiversità, la diversità, la formazione, l’artigianato.
Sembrano frasi generiche, ma per ognuna ho un esempio concreto. Ho visto con i miei occhi albergatori parlare più delle montagne Unesco che della loro struttura, e ho visto nascere negli hotel fondazioni che supportano gli artigiani ed esperimenti di salvaguardia dei semi antichi. Ci sono hotel che hanno fatto rivivere borghi abbandonati. C’è un resort in Sudafrica che al suo interno ha una scuola con lezioni di matematica, inglese e computer per i dipendenti, quasi tutti con un livello di istruzione quasi nullo. E ci sono lodge in Tanzania che assumono solo donne per dare loro l’indipendenza.
Un hotel è un attore economico e sociale importante nella comunità in cui si trova, e tutti possono trovare un modo virtuoso per collaborare con la realtà che li circonda.

Grazie a Sara Magro per aver condiviso con noi parole concrete e visioni ispiranti. Perché l’essenziale, nell’ospitalità, è sempre più spesso invisibile agli occhi, ma riconoscibile nei gesti di chi abita davvero il territorio che racconta.

Dietro ogni intervista, ogni storia raccontata con attenzione e ogni dettaglio curato con sensibilità, ci sono le ragazze della redazione di Lusso Gentile. Con garbo, passione e uno sguardo attento, sono loro a dare voce agli interpreti dell’ospitalità, ascoltando, approfondendo e restituendo racconti autentici.
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